UN ITALIANO PUÒ ENTUSIASMARE


Luca Benedicti, virtuoso di Torino, ha eseguito opere del Barocco e del Romanticismo, tenendo il terzo concerto della rassegna estiva di Concerti d’Organo presso la cattedrale di Salem.

“Un organo di chiesa veramente bello”, esclama entusiasta Benedicti. Il virtuoso di Torino è il terzo organista nell’ambito di questa fortunata edizione del Festival Organistico Internazionale a Salem. “Barocco e Romanticismo in Germania e in Italia” riporta il programma. “Non tutte le opere barocche possono essere eseguite su un organo di stile romantico come quello collocato in questa cattedrale” afferma l’artista in un’intervista con il Südkurier. Tuttavia alcuni registri sono in stile barocco, così egli ha deciso di aprire il concerto con un brano di J.S. Bach, la “Fantasia e Fuga” in do minore, BWV 537, qualcosa di imponente e denso. L’artista ha utilizzato come registrazione della Fantasia una tipica miscela di registri detta “Plenum”: Cornett, Principale, Gamba e Ottave, con trombone in pedale.

Splendido risuona, poi, il corale Bachiano “Allein Gott in der Höh sei Her”, in cui il Cantus Firmus è eseguito dal soprano.

Un Adagio eseguito empaticamente mira nel suo animo nobile ad invitare il pubblico alla meditazione e alla semplicità del cuore.

Rinck, un contemporaneo di Mozart e Beethoven, fu un pluralista di stile che legò influssi del contrappunto barocco con le nuove idee del suono classico e romantico.  La prima delle sue “Sei variazioni su un tema di Corelli, op. 56” è ricca di luminosi registri flautistici.

Benedicti ha interpretato la sua fresca voglia di suonare gioiosamente attraverso gesti musicali allegri, riflessi nella serenità dell’ascoltatore durante l’esecuzione della “Toccata con lo scherzo del cuccù” di Bernardo Pasquini. Il pezzo, dinamico, giocoso, toccante e avvincente, con le sue variazioni di sfumati versi del “cuccù”, è semplicemente incantevole e culmina in un virtuosismo di folle rapidità.

Luca Benedicti esegue entrambi i primi tempi dell’undicesima sonata d’organo in quattro movimenti in re minore di Rheinbergers. Il primo, intitolato Agitato, si può descrivere come Fantasia.

Segue un’intima Cantilena che risuona molto barocca nonostante domini sul tono un sentimento del XIX secolo. Il passaggio in ottave s’insinua in un armonioso avvolgimento e provoca nella fase ascendente e in quella finale dalle linee dolci un’atmosfera molto malinconica.

Con il “Cinque pezzi” dalla penna di Marco Enrico Bossi(1861-1925), il più giovane compositore scelto dall’artista, si conclude il suo concerto.

La Suite inizia con “Entrée pontificale” in un plenum molto drammatico e culmina in un “Ave Maria” profondamente religioso e dai registri celestiali, fino ad arrivare a “Rédemption”, una sorta di corale con passaggi furiosi.

Un applauso segue un solenne silenzio.   

LUCA BENEDICTI

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